Pubblicazioni di Marco Giacintucci

01/10/2015

Volume

Marco Giacintucci, I Codici di Santa Maria Maggiore in Guardiagrele. La prima polifonia in Abruzzo: testi e ipotesi di contrafacta, Lanciano, Rivista abruzzese, 2015 («Quaderni della Rivista abruzzese», 104).

I Codici di Guardiagrele, di pertinenza della chiesa di Santa Maria Maggiore presso la stessa cittadina abruzzese, rappresentano un gruppo di messali liturgici redatti in pergamena e composti in folio di formato atlantico; databili tra i secc. XIV-V, essi comprendono un Graduale (tre tomi), un Antifonario (quattro tomi), e un Salterio. L’origine dei codici sembra da collocarsi nell’ambito delle abbazie benedettine abruzzesi intorno al massiccio della Majella; qui, al tempo, erano attivi scriptoria e scholae musicali, significativi nuclei di riferimento per la diffusione della scrittura e della pratica musicale. Il corpus dei Codici di Guardiagrele, oltre al consueto repertorio gregoriano, presenta importanti composizioni polifoniche di eccezionale valore: un Alleluya a 2 voci, un Sanctus a 3 voci, un Sanctus a 2 voci, un Patrem a 2 voci, e un Agnus Dei a 2 voci (contrafactum della ballata profana Questa fanciull’amor fallami pia di Francesco Landini). Le composizioni, parti di messa ed alcuni contrafacta, di influenza arsnovistica, collocano l’Abruzzo come crocevia di cultura musicale sacra tra l’Europa, la Toscana e l’Italia meridionale. Il Codice di Guardiagrele, con il suo repertorio musicale polifonico, rappresenta a tutt’oggi uno dei primissimi e significativi esempi di polifonia mensurale nell’Italia centro-meridionale.

codici Guardiagrele

CD

Il Codice di Guardiagrele: I Corali di S. Maria Maggiore, sec. XIV (De bon parole, Marco Giacintucci), Bologna, Tactus, 2013 - prima registrazione mondiale assoluta)

Il codice consta di composizioni databili tra la fine del Trecento e i primi anni del Quattrocento, custodite in manoscritti di Messali liturgici conservati, fino al 1979, aGuardiagrele (Ch); si tratta di un Graduale e di un Antifonario, rispettivamente di tre e di quattro tomi, e di un Salterio, tutti redatti in pergamena e composti in folio, databili in un ambitus cronologico tra il 1333 e il 1410. I libri corali di Guardiagrele, come già detto, riportano l'intero Ordinarium Missae gregoriano, e larga parte del proprium, cuisi affiancano composizioni polifoniche di eccezionale valore: un Alleluya a 2 voci, un Sanctus a 3 voci, un Sanctus a 2 voci, un Patrem a 2 voci, e un Agnus Dei a 2; queste opere rappresentano uno (se non l’unico) tra i primissimi esempi di polifonia dell’Italia centro-meridionale del tempo. Nella resa sonora del ciclo compositivo, l'intero corale polifonico è integrato, a rispetto della coeva prassi, da reiterazione strumentale dei brani, da letture strumentali e da saltarelli ricavati per contrafactum dalle stesse composizioni vocali; inoltre l'ordine dei vari brani è dettato in priorità da ragioni liturgiche, in quanto si è cercato di ricostituire, in linea di massima, la sequenza dell' Ordinarium Missae, non trascurando il criterio, altrettanto significativo, della varietas. Nella registrazione del presente lavoro, al fine di riprodurre appieno le sonorità così rarefatte delle composizioni riprodotte, si è perseguito il fine di rendere quanto più naturale possibile il suono; si è scelto quindi di "catturare" le riverberazioni naturali dell'ambiente, senza tuttavia rinunciare alla "focalizzazione", soprattutto per quanto riguarda gli strumenti, al fine di rendere più cristalline e intellegibili le dinamiche polifoniche del testo musicale. Le registrazioni dei brani sono state ottenute, nei limiti del verosimile, quanto più possibile in presa diretta, ritenendo più interessante e coerente non rinunciare, a vantaggio di una spesso innaturale precisione, all'interezza delle idee musicali e allo sviluppo esecutivo delle frasi. Gli strumenti utilizzati per il presente lavoro sono di attenta concezione filologica; alcuni di essi -lyra, symphonia, viella, cornamusa, tamburo a cornice- sono stati ricostruiti su base di coeve testimonianze iconografiche musicali abruzzesi. La realizzazione discografica dell’opera in questione, così concepita, ne rappresenta la prima registrazione integrale assoluta.

Marco Giacintucci, Crescenzo Pignatari, compositore aprutino del sec. XVIII, Lanciano, Rivista abruzzese, 2017 («Quaderni della Rivista abruzzese», 107).

crescenzo pignatari